In questo video parleremo della gestione delle emozioni nelle attività di smart working. Le emozioni giocano ovviamente un ruolo chiave nella qualità delle relazioni interpersonali. Sicuramente avrai già avuto modo di sperimentare quanto anche all'interno ad esempio di un meeting possano spostare la qualità del meeting stesso. Prendiamo proprio questo esempio per partire spiegando come funziona il processo emotivo e vedendo poi quali sono i fattori che si aggiungono come ulteriori criticità nel momento in cui lavoriamo da casa. Cosa accadeva quando ci preparavamo ad un meeting fisico o quando ci prepariamo tuttora ad un meeting fisico? Nel processo emotivo la prima cosa da tenere in considerazione è la predisposizione, ovvero sappiamo che ognuno di noi ha un suo mood, quindi un suo atteggiamento, un sottofondo, con il quale si predispone positivamente o negativamente alla giornata e quindi a tutti gli eventi che accadranno. Spesso si dice "mi sono alzato con il piede storto" non significa altro che "mi sono alzato con un livello di tensione e di malumore che comunque governerà un po' tutta la giornata". Accanto a questo, prima del meeting possono succedere altri eventi che ci predispongono positivamente o negativamente sia a casa che nel tragitto del lavoro o all'interno dello spazio di lavoro stesso. Bene, questo è un ulteriore tassello che può alzare o abbassare il volume della nostra tensione. Poi c'è la predisposizione, ovvero l'intenzione con cui entro nel meeting. So già che dovremo affrontare alcuni temi delicati e probabilmente emergeranno dei problemi. Questo è un ulteriore elemento che può aggiungersi a quelli precedenti e quindi alzare o abbassare il nostro livello di tensione. Entriamo nella sala riunioni, quello che normalmente accade quando facciamo un meeting fisico è che ci sono i primi 5-10 minuti di acclimatamento, ovvero le persone si salutano, scambiano due chiacchiere, magari si bevono un caffè insieme, e questo aiuta a creare un clima un po' più disteso. In questo caso probabilmente il mio volume di tensione si abbasserà leggermente. Entro comunque nella sala riunioni e ovviamente la qualità della sala riunioni e l'accoglienza dell'ambiente gioca un ulteriore fattore. Immaginiamo che nella sala accanto a quella in cui siamo ad esempio ci sia una discussione in atto tra colleghi e le voci arrivino. Ovviamente questo potrà incidere ulteriormente rispetto a come mi predispongo a ciò che che sta per avvenire. Anche se non riguardano direttamente l'incontro, in ogni caso una parte di me sarà attratta da quello che sta accadendo nell'altra sala e quindi potrebbe esserci un minimo di preoccupazione che si insinua. Durante lo svolgimento del meeting effettivamente vengono affrontate tutte le problematiche, e qualche collega, con cui normalmente abbiamo modo di discutere, perché abbiamo magari delle visioni differenti, se ne esce con una frase che ci mette a disagio. Bene, tutto questo può scatenare la nostra reazione emotiva. Tenete in considerazione che nel nostro cervello è presente un database emotivo di ricordi per cui ogni volta che un collega con cui abbiamo precedentemente avuto delle discussioni prende la parola e ci mette in difficoltà noi carichiamo quell'evento con tutti i ricordi precedenti, quindi la nostra reazione terrà in considerazione anche questi fattori, ed è un'operazione che avviene nell'arco di pochi istanti e in modo assolutamente inconscio, non abbiamo il controllo di tutto questo. Ovviamente la reazione che potremo mettere in campo andrà poi ad avere delle conseguenze, che potranno essere positive o negative a seconda del fatto che sia una reazione centrata oppure sbilanciata. Vi aggiungo un ulteriore fattore su come funzioniamo biologicamente. Probabilmente saprai che il nostro cervello si è formato in tre epoche differenti. Abbiamo una prima parte del nostro cervello che si è formata ovviamente nell'epoca preistorica e quest'area è quella predisposta per la sopravvivenza, l'istinto di sopravvivenza, ed è la parte che reagisce a tutto ciò che viene interpretato come un potenziale pericolo. Potrebbe essere un pericolo reale o potrebbe essere semplicemente un pericolo immaginato, per il nostro cervello è assolutamente indifferente. Bene, ciò che possiamo mettere in atto quando il cervello preistorico prende il sopravvento, perché interpreta un evento come una minaccia è una reazione di attacco e quindi cercheremo di prevaricare, di prevalere sul nemico, oppure può esserci una reazione di fuga, inventiamo una scusa, rispondiamo a una telefonata, ci allontaniamo dalla sala riunioni oppure possiamo rimanere inermi. Anche quando rimaniamo inermi, nonostante apparentemente sia una reazione meno dannosa dell'attacco diretto, in realtà il messaggio che stiamo inviando è che l'accusa che ci è stata fatta probabilmente è vera e quindi non siamo in grado di negarla. Tutto questo è ciò che avviene in un meeting fisico. Ora quando siamo a distanza ci sono ulteriori fattori che possono incidere, ad esempio la parte di rottura del ghiaccio iniziale viene a cadere, manca ovviamente la presenza fisica, manca la possibilità di interpretare realmente i messaggi che vengono mandati dal corpo dai nostri interlocutori. Molto spesso ci troviamo a disagio nel relazionarci con la tecnologia proprio perché non ci permette di vedere in contemporanea tutte le persone e in ogni caso la nostra esperienza è limitata a osservare pochi segnali, mentre invece in presenza fisica ovviamente riceviamo molti più messaggi. Oltre a questo, abbiamo il rischio di invasione da parte della famiglia e ovviamente il darsi delle regole chiare ci può aiutare o meno e abbiamo anche un ulteriore fattore, di cui spesso non teniamo in considerazione, che è la percezione di essere invasi nel nostro spazio privato. Forse non ci avete riflettuto, ma la vostra abitazione è un po' come se fosse il vostro rifugio. Avete sempre deciso cosa far entrare o uscire da questo spazio, mentre invece in una riunione a distanza vi ritrovate con tutti i colleghi che in qualche misura per un certo tempo invadono il vostro spazio. Bene, per aiutarvi in tutto questo il messaggio che vi voglio dare è ripristinate delle sane abitudini, cercate quindi di definire delle regole chiare con la vostra famiglia, identificate uno spazio fisico da dedicare al lavoro, in modo tale che il vostro cervello si possa predisporre in modo ottimale, e soprattutto ricordatevi di tutti i fattori che incidono e predisponetevi prima calmando la vostra mente.